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SIBILLA

 

Prefazione di Tatiana Martino


Un incarnato di porcellana incorniciato da boccoli serici di un 
biondo così chiaro da farli sembrare bianchi. Una bambola e una 
bambina, l’una speculo dell’altra. Due occhi come quelli di un coniglietto bianco, la stessa tenerezza e lo stesso inquietante disagio 
nel guardarli. E un nome che è un presagio, Sibilla. Sibilla ha nove 
anni e i suoi occhi rossi sono lo strumento delle sue profezie. Negli occhi di Sibilla, Alexia Bianchini ci fa leggere tutte le storie che 
si dipanano una dietro l’altra in una narrazione mozzafiato. 
È un susseguirsi di colpi di scena che non da tregua al lettore che 
non può non appassionarsi al caleidoscopio di avvenimenti insoliti eppure, in qualche modo, familiari. Nella figura di questa protagonista straordinaria, una bambina prodigio di nove anni, si percepisce un alone di soprannaturalità anche dal suo carattere distaccato che la pone al di sopra del mondo degli adulti, al quale 
sembra guardare con sospetto. Inserita all’interno di un meccanismo di trame e complotti misteriosi, Sibilla, ci affascinerà con la 
sua presenza eterea e inquietante al tempo stesso che fa di lei 
un’eroina da fiaba gotica. Scopriremo che esistono altri bambini 
come lei eppure con doni differenti dal suo, una progenie di “diversi”, quasi dei piccoli dèi.
 

Lungo la strada che portava alla casa della famiglia Mallory la signora De Sarpi ebbe un mancamento. Stramazzò a terra come un 
sacco pieno di pietre producendo un tonfo sordo che nessuno udì. Forse, se quel luogo non fosse stato così isolato, si sarebbe 
salvata, ma questa è un’altra storia.

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